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Antonio Jerocades

Antonio Jerocades

Nato a Parghelia (Vibo Valentia) il 1 settembre del 1738, Antonio Jerocades fu sacerdote, insigne letterato, convinto sostenitore della massoneria. Nel 1799 partecipò alla difesa della Repubblica Partenopea e, dopo qualche anno trascorso in esilio in Francia, stanco e ammalato, si ritirò nella Convento dei Redentoristi di Tropea, dove però, secondo la volontà del vicario diocesano Raffaele Paladini, fu incarcerato “nonostante l’indulto borbonico agli esiliati”. Charles Didier, scrittore svizzero, paragonò la prigionia di Jerocades a quella di Silvio Pellico per le torture inflitte al carbonaro poeta, prigioniero sdraiato sulla paglia e nutrito di pane e acqua. Nella solitudine del carcere Jerocades ricevette la visita di Guglielmo Pepe, il quale inutilmente andò a trovarlo con la speranza di avere qualche aiuto per riprendere la rivolta. Antonio Jerocades morì prigioniero il 18 novembre 1803.
Nato a Parghelia (Vibo Valentia) il 1 settembre del 1738, Antonio Jerocades fu sacerdote, insigne letterato, convinto sostenitore della massoneria. Nel 1799 partecipò alla difesa della Repubblica Partenopea e, dopo qualche anno trascorso in esilio in Francia, stanco e ammalato, si ritirò nella Convento dei Redentoristi di Tropea, dove però, secondo la volontà del vicario diocesano Raffaele Paladini, fu incarcerato “nonostante l’indulto borbonico agli esiliati”. Charles Didier, scrittore svizzero, paragonò la prigionia di Jerocades a quella di Silvio Pellico per le torture inflitte al carbonaro poeta, prigioniero sdraiato sulla paglia e nutrito di pane e acqua. Nella solitudine del carcere Jerocades ricevette la visita di Guglielmo Pepe, il quale inutilmente andò a trovarlo con la speranza di avere qualche aiuto per riprendere la rivolta. Antonio Jerocades morì prigioniero il 18 novembre 1803.

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