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Giovanni Poggi

Giovanni Poggi

Nato a Firenze l’11 febbraio del 1880 e laureatosi in lettere nel 1902, Giovanni Poggi diventò presto funzionario delle Belle arti dirigendo fin dal 1906 il Museo nazionale del Bargello, e dal 1912 la Galleria degli Uffizi. Subito redasse per le province toscane il catalogo generale degli oggetti d’arte del regno voluto dalla legge sulle Belle arti del 1909. Durante il primo conflitto mondiale si distinse nell’opera di tutela e di protezione del patrimonio artistico non soltanto della Toscana, ma anche del resto d’Italia dove ebbe occasione di recarsi per incarichi di fiducia. Finita la guerra Poggi realizzò un riordinamento radicale della città e dell’intero Paese dotandoli di un complesso di istituti efficienti e moderni. Nominato nel 1925 soprintendente all’Arte medievale e moderna per la Toscana (ad eccezione delle province di Siena e Grosseto), Poggi esplicò le sue mansioni con fino al 1939 legando il suo nome al ripristino, nonché al restauro, di numerosi edifici sacri e profani della regione. Il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale caricò il soprintendente di una responsabilità molto maggiore, ma riuscì a salvare quasi per intero il patrimonio affidatogli. Ne seguì l’opera di ripristino dell’intero patrimonio permettendo fin dal 1946 la riapertura di quasi tutti i musei. Messo a riposo nel 1949, Giovanni Poggi ricevette l’incarico dal Comune di Firenze di sopraintendere agli istituti e ai monumenti ad esso affidati, incarico che mantenne fino alla morte avvenuta lì nel 1961.
Fondatore e condirettore della «Rivista d’arte», Giovanni Poggi ha speso tutta la vita per custodire, valorizzare e tutelare il patrimonio artistico toscano. La sua figura è nota come quella di uno studioso attento e intelligente, di un grande conoscitore delle fonti, di un conservatore dotato di uno spiccato senso critico.

Nato a Firenze l’11 febbraio del 1880 e laureatosi in lettere nel 1902, Giovanni Poggi diventò presto funzionario delle Belle arti dirigendo fin dal 1906 il Museo nazionale del Bargello, e dal 1912 la Galleria degli Uffizi. Subito redasse per le province toscane il catalogo generale degli oggetti d’arte del regno voluto dalla legge sulle Belle arti del 1909. Durante il primo conflitto mondiale si distinse nell’opera di tutela e di protezione del patrimonio artistico non soltanto della Toscana, ma anche del resto d’Italia dove ebbe occasione di recarsi per incarichi di fiducia. Finita la guerra Poggi realizzò un riordinamento radicale della città e dell’intero Paese dotandoli di un complesso di istituti efficienti e moderni. Nominato nel 1925 soprintendente all’Arte medievale e moderna per la Toscana (ad eccezione delle province di Siena e Grosseto), Poggi esplicò le sue mansioni con fino al 1939 legando il suo nome al ripristino, nonché al restauro, di numerosi edifici sacri e profani della regione. Il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale caricò il soprintendente di una responsabilità molto maggiore, ma riuscì a salvare quasi per intero il patrimonio affidatogli. Ne seguì l’opera di ripristino dell’intero patrimonio permettendo fin dal 1946 la riapertura di quasi tutti i musei. Messo a riposo nel 1949, Giovanni Poggi ricevette l’incarico dal Comune di Firenze di sopraintendere agli istituti e ai monumenti ad esso affidati, incarico che mantenne fino alla morte avvenuta lì nel 1961.
Fondatore e condirettore della «Rivista d’arte», Giovanni Poggi ha speso tutta la vita per custodire, valorizzare e tutelare il patrimonio artistico toscano. La sua figura è nota come quella di uno studioso attento e intelligente, di un grande conoscitore delle fonti, di un conservatore dotato di uno spiccato senso critico.

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