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Giacomo Puccini

Giacomo Puccini

Giacomo Puccini nasce a Lucca nel 1858 da una famiglia di musicisti.
Fin da piccolo dimostra di possedere un grande talento musicale: ottiene una borsa di studio per il Conservatorio di Milano, ma la madre, desiderosa di continuare le tradizioni familiari, lo iscrive all’istituto musicale di Lucca. Più tardi, però, con l’aiuto finanziario dei familiari e grazie a una borsa di studio della regina Margherita, frequenta il Conservatorio di Milano, dove dal 1880 al 1883 studia con Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli. È quest’ultimo che presenta il giovane compositore allo scrittore Ferdinando Fontana il quale si occupa di scrivere il libretto per la prima opera di Puccini: Le Villi. Iscritta a un concorso, l’opera non vince, ma si guadagna il favore del pubblico quando viene rappresentata a Milano nel 1884. Questo successo induce l’editore Ricordi a commissionargli una nuova opera, che il compositore scriverà 5 anni più tardi chiamandola Edgar che non riscuote però un particolare successo. È con Manon Lescaut (1893) e con la Bohéme (1896), entrambe rappresentate per la prima volta a Torino, che Puccini trova la fama e la fortuna. Le due opere successive, Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904), sono accolte con minore entusiasmo alla prima esecuzione. I critici che inizialmente condannano la Tosca vengono poi smentiti dal pubblico, e dopo la revisione nelle settimane successive alla prima alla Scala, anche Madama Butterfly ottiene un grande successo.
Nel 1904 Puccini sposa Elvira Gemignani, che è fuggita da Lucca e dalla famiglia per stare con lui; in seguito si rivelerà purtroppo una scelta infelice. Elvira lo ossessiona con scenate di gelosia, inducendo anche al suicidio la giovane Doria Manfredi, venuta a fare la cameriera in casa di Puccini a Torre del Lago. Tutte queste vicende, contribuiscono a togliere la necessaria serenità al maestro che vive momenti assai tristi e di grave depressione. La sua fama è comunque ben salda nell’empireo dei compositori acclamati in tutto il mondo. Con le opere sopra citate, indimenticabili per qualità melodica, intensità drammatica e preziosismo sonoro, il compositore giunge ben presto a essere considerato l’erede di Verdi.
L’opera successiva, La fanciulla del West, è scritta per il Metropolitan di New York, dove viene rappresentata nel 1910 per la prima volta. Seguono La rondine (1917), il Trittico (1918) e la Turandot il cui ultimo atto sarà completato da Franco Alfano dopo la morte del compositore, nel 1924 a Bruxelles. La prima della Turandot sarà eseguita alla Scala di Milano nel 1926.

Giacomo Puccini nasce a Lucca nel 1858 da una famiglia di musicisti.
Fin da piccolo dimostra di possedere un grande talento musicale: ottiene una borsa di studio per il Conservatorio di Milano, ma la madre, desiderosa di continuare le tradizioni familiari, lo iscrive all’istituto musicale di Lucca. Più tardi, però, con l’aiuto finanziario dei familiari e grazie a una borsa di studio della regina Margherita, frequenta il Conservatorio di Milano, dove dal 1880 al 1883 studia con Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli. È quest’ultimo che presenta il giovane compositore allo scrittore Ferdinando Fontana il quale si occupa di scrivere il libretto per la prima opera di Puccini: Le Villi. Iscritta a un concorso, l’opera non vince, ma si guadagna il favore del pubblico quando viene rappresentata a Milano nel 1884. Questo successo induce l’editore Ricordi a commissionargli una nuova opera, che il compositore scriverà 5 anni più tardi chiamandola Edgar che non riscuote però un particolare successo. È con Manon Lescaut (1893) e con la Bohéme (1896), entrambe rappresentate per la prima volta a Torino, che Puccini trova la fama e la fortuna. Le due opere successive, Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904), sono accolte con minore entusiasmo alla prima esecuzione. I critici che inizialmente condannano la Tosca vengono poi smentiti dal pubblico, e dopo la revisione nelle settimane successive alla prima alla Scala, anche Madama Butterfly ottiene un grande successo.
Nel 1904 Puccini sposa Elvira Gemignani, che è fuggita da Lucca e dalla famiglia per stare con lui; in seguito si rivelerà purtroppo una scelta infelice. Elvira lo ossessiona con scenate di gelosia, inducendo anche al suicidio la giovane Doria Manfredi, venuta a fare la cameriera in casa di Puccini a Torre del Lago. Tutte queste vicende, contribuiscono a togliere la necessaria serenità al maestro che vive momenti assai tristi e di grave depressione. La sua fama è comunque ben salda nell’empireo dei compositori acclamati in tutto il mondo. Con le opere sopra citate, indimenticabili per qualità melodica, intensità drammatica e preziosismo sonoro, il compositore giunge ben presto a essere considerato l’erede di Verdi.
L’opera successiva, La fanciulla del West, è scritta per il Metropolitan di New York, dove viene rappresentata nel 1910 per la prima volta. Seguono La rondine (1917), il Trittico (1918) e la Turandot il cui ultimo atto sarà completato da Franco Alfano dopo la morte del compositore, nel 1924 a Bruxelles. La prima della Turandot sarà eseguita alla Scala di Milano nel 1926.

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