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Sidney Sonnino

Sidney Sonnino

Sidney Costantino Sonnino nasce a Pisa l’11 marzo 1847. Laureatosi in legge, a soli 18 anni, all’Università di Pisa, pratica la professione di avvocato per un breve periodo prima di entrare nella carriera diplomatica e trasferirsi, in successione, a Madrid, Vienna e Parigi. Si dedica presto a studi di natura economica, interessandosi in primis alle condizioni dell’agricoltura italiana. Nel 1878 fonda «La Rassegna Settimanale», una nuova rivista che inizialmente tratta questioni di natura economica e finanziaria e poi si concentra su temi politici. Nel 1880 è eletto deputato nel collegio di San Casciano in Val di Pesa, appartenendo all’ala conservatrice. Nel 1893 è ministro delle Finanze e del Tesoro nel terzo Governo Crispi e persegue una politica di risanamento dei conti anche con misure impopolari (aumento dei dazi sul grano) e di rafforzamento della Banca d’Italia. Successivamente si pone su posizioni liberalconservatrici, ostili alla politica di Giovanni Giolitti. Nel 1906 e nel 1909 è presidente del Consiglio, è ministro degli Esteri nel governo Salandra nel 1914. Sarà ancora presente come ministro degli Esteri alla Conferenza di Parigi del 1919 in cui sono discussi i trattati di pace. In tale occasione si confronta con il mancato rispetto da parte di inglesi e francesi degli impegni assunti con il trattato di Londra. Con la caduta del governo di Vittorio Emanuele Orlando termina la sua vita pubblica, quantunque nel 1920 sia stato nominato senatore.
Muore a Roma il 24 novembre 1922, a meno di un mese dalla marcia su Roma. È sepolto in una grotta scavata in una scogliera a picco sul mare, presso il castello costruito come sua residenza nei pressi di Livorno.

Sidney Costantino Sonnino nasce a Pisa l’11 marzo 1847. Laureatosi in legge, a soli 18 anni, all’Università di Pisa, pratica la professione di avvocato per un breve periodo prima di entrare nella carriera diplomatica e trasferirsi, in successione, a Madrid, Vienna e Parigi. Si dedica presto a studi di natura economica, interessandosi in primis alle condizioni dell’agricoltura italiana. Nel 1878 fonda «La Rassegna Settimanale», una nuova rivista che inizialmente tratta questioni di natura economica e finanziaria e poi si concentra su temi politici. Nel 1880 è eletto deputato nel collegio di San Casciano in Val di Pesa, appartenendo all’ala conservatrice. Nel 1893 è ministro delle Finanze e del Tesoro nel terzo Governo Crispi e persegue una politica di risanamento dei conti anche con misure impopolari (aumento dei dazi sul grano) e di rafforzamento della Banca d’Italia. Successivamente si pone su posizioni liberalconservatrici, ostili alla politica di Giovanni Giolitti. Nel 1906 e nel 1909 è presidente del Consiglio, è ministro degli Esteri nel governo Salandra nel 1914. Sarà ancora presente come ministro degli Esteri alla Conferenza di Parigi del 1919 in cui sono discussi i trattati di pace. In tale occasione si confronta con il mancato rispetto da parte di inglesi e francesi degli impegni assunti con il trattato di Londra. Con la caduta del governo di Vittorio Emanuele Orlando termina la sua vita pubblica, quantunque nel 1920 sia stato nominato senatore.
Muore a Roma il 24 novembre 1922, a meno di un mese dalla marcia su Roma. È sepolto in una grotta scavata in una scogliera a picco sul mare, presso il castello costruito come sua residenza nei pressi di Livorno.

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