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Ruggero Leoncavallo

Ruggero Leoncavallo

Ruggero Leoncavallo nacque a Napoli il 23 aprile 1857 da Vincenzo, un giudice liberale e di nobili sensi, e Virginia, “artista pittrice nata, figlia del pittore Raffaele D’Auria”. Nel 1862, all’età di cinque anni, si trasferì a Montalto Uffugo, in Calabria, ove suo padre era stato inviato, da Eboli, a reggere la locale Pretura, e ove trascorrerà fino al 1868 la sua beata fanciullezza, abitando al primo piano di un’antica casa degli Alimena, nel rione Castello. Nella ridente cittadina calabra il piccolo Ruggero frequentò la Scuola pia di Grammatica sotto la direzione di un prete e fu avviato allo studio della musica, per la quale aveva particolare vocazione, sotto la guida di Sebastiano Ricci, siciliano, che gli impartì le prime lezioni di pianoforte. Della permanenza a Montalto gli rimasero particolarmente impressi il primo maestro di musica e un fatto di sangue, cose queste che ebbero nella sua vita un’influenza determinante. Il delitto, di cui fu testimone oculare, gli fornì lo spunto per la composizione de I Pagliacci. In occasione della festa di Ferragosto, una compagnia di pagliacci era solita riunirsi a dare spettacolo. Al termine di una di queste recite, Gaetano Scavello, domestico di casa Leoncavallo, fu ferito a morte: il ricordo di quegli anni e della tragedia gli rimase così impresso che, divenuto celebre compositore, in pochi mesi, scrisse il suo capolavoro, rappresentato per la prima volta a Milano, sotto la direzione artistica del maestro Arturo Toscanini. Il successo fu tale che l’opera fu rappresentata nei più prestigiosi teatri europei e, fra questi, all’Opera di Parigi; in quell’occasione il decoratore Rocco Ferrari preparò i bozzetti per l’allestimento scenico. Morì a Montecatini Terme il 9 agosto 1919.
Ruggero Leoncavallo nacque a Napoli il 23 aprile 1857 da Vincenzo, un giudice liberale e di nobili sensi, e Virginia, “artista pittrice nata, figlia del pittore Raffaele D’Auria”. Nel 1862, all’età di cinque anni, si trasferì a Montalto Uffugo, in Calabria, ove suo padre era stato inviato, da Eboli, a reggere la locale Pretura, e ove trascorrerà fino al 1868 la sua beata fanciullezza, abitando al primo piano di un’antica casa degli Alimena, nel rione Castello. Nella ridente cittadina calabra il piccolo Ruggero frequentò la Scuola pia di Grammatica sotto la direzione di un prete e fu avviato allo studio della musica, per la quale aveva particolare vocazione, sotto la guida di Sebastiano Ricci, siciliano, che gli impartì le prime lezioni di pianoforte. Della permanenza a Montalto gli rimasero particolarmente impressi il primo maestro di musica e un fatto di sangue, cose queste che ebbero nella sua vita un’influenza determinante. Il delitto, di cui fu testimone oculare, gli fornì lo spunto per la composizione de I Pagliacci. In occasione della festa di Ferragosto, una compagnia di pagliacci era solita riunirsi a dare spettacolo. Al termine di una di queste recite, Gaetano Scavello, domestico di casa Leoncavallo, fu ferito a morte: il ricordo di quegli anni e della tragedia gli rimase così impresso che, divenuto celebre compositore, in pochi mesi, scrisse il suo capolavoro, rappresentato per la prima volta a Milano, sotto la direzione artistica del maestro Arturo Toscanini. Il successo fu tale che l’opera fu rappresentata nei più prestigiosi teatri europei e, fra questi, all’Opera di Parigi; in quell’occasione il decoratore Rocco Ferrari preparò i bozzetti per l’allestimento scenico. Morì a Montecatini Terme il 9 agosto 1919.

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