chiudi
Giuseppe Pontiggia

Giuseppe Pontiggia

Nasce il 25 settembre 1934 a Como.
Dopo la morte del padre, nel 1943, si sposta a Santa Margherita Ligure, Varese e, infine, a Milano, dove abita dal 1948. Prende parte fin dalla fondazione (1956) alla redazione del «Verri», rivista d’avanguardia diretta da Luciano Anceschi, che pubblica nel 1959, nei suoi «Quaderni», “La morte in banca”. Nello stesso anno si laurea all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulla tecnica narrativa di Italo Svevo. Lasciata la banca nel 1961 si dedica all’insegnamento serale: l’ampio tempo libero gli consente di approfondire letture, interessi ed esperienze in molteplici direzioni. A metà degli anni ’60 inizia la collaborazione con Adelphi - con la quale pubblica nel 1968 “L’arte della fuga” - e, poco tempo dopo, con Mondadori - con la quale collabora, sin dal primo numero nel 1961, alla cura dell’«Almanacco dello Specchio». Svolge attività saggistica e critica, occupandosi sia di autori classici (traduce Ausonio, Macrobio, Bonvesin de la Riva) sia di moderni e contemporanei. La lettura, su una rivista di studi classici, di una polemica feroce tra due filologi gli suggerisce il tema del “Giocatore invisibile”, che esce da Mondadori nel 1978; la storia di un gruppo di comunisti clandestini, traditi nel 1927 da un infiltrato, è al centro del romanzo successivo, “Il raggio d’ombra”, che esce nel 1983.
Affermatosi come romanziere, inizia a pubblicare raccolte di saggi di brillante scrittura: “Il giardino delle Esperidi” (Adelphi, 1984), a cui fanno seguito “Le sabbie immobili” (Il Mulino, 1991), “L’isola volante” (Mondadori, 1996) e “I contemporanei del futuro. Viaggio nei classici” (Mondadori, 1998). Nella narrativa arriva a cogliere brillanti successi: dal Premio Strega nel 1989 con “La grande sera” al Super Flaiano con “Vite di uomini non illustri” del 1993, fino al Premio Campiello nel 2001 con “Nati due volte”. Successi affiancati da attente revisioni e ampliamenti di alcuni precedenti lavori: “Il raggio d’ombra” (1988, II edizione), “L’arte della fuga” (1990, II edizione) e “La morte in banca” (1991, III edizione), fino alla seconda edizione della “Grande sera” (1995) ‘interamente rinnovata’.
Muore il 27 giugno 2003 a Milano.
Nasce il 25 settembre 1934 a Como.
Dopo la morte del padre, nel 1943, si sposta a Santa Margherita Ligure, Varese e, infine, a Milano, dove abita dal 1948. Prende parte fin dalla fondazione (1956) alla redazione del «Verri», rivista d’avanguardia diretta da Luciano Anceschi, che pubblica nel 1959, nei suoi «Quaderni», “La morte in banca”. Nello stesso anno si laurea all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulla tecnica narrativa di Italo Svevo. Lasciata la banca nel 1961 si dedica all’insegnamento serale: l’ampio tempo libero gli consente di approfondire letture, interessi ed esperienze in molteplici direzioni. A metà degli anni ’60 inizia la collaborazione con Adelphi - con la quale pubblica nel 1968 “L’arte della fuga” - e, poco tempo dopo, con Mondadori - con la quale collabora, sin dal primo numero nel 1961, alla cura dell’«Almanacco dello Specchio». Svolge attività saggistica e critica, occupandosi sia di autori classici (traduce Ausonio, Macrobio, Bonvesin de la Riva) sia di moderni e contemporanei. La lettura, su una rivista di studi classici, di una polemica feroce tra due filologi gli suggerisce il tema del “Giocatore invisibile”, che esce da Mondadori nel 1978; la storia di un gruppo di comunisti clandestini, traditi nel 1927 da un infiltrato, è al centro del romanzo successivo, “Il raggio d’ombra”, che esce nel 1983.
Affermatosi come romanziere, inizia a pubblicare raccolte di saggi di brillante scrittura: “Il giardino delle Esperidi” (Adelphi, 1984), a cui fanno seguito “Le sabbie immobili” (Il Mulino, 1991), “L’isola volante” (Mondadori, 1996) e “I contemporanei del futuro. Viaggio nei classici” (Mondadori, 1998). Nella narrativa arriva a cogliere brillanti successi: dal Premio Strega nel 1989 con “La grande sera” al Super Flaiano con “Vite di uomini non illustri” del 1993, fino al Premio Campiello nel 2001 con “Nati due volte”. Successi affiancati da attente revisioni e ampliamenti di alcuni precedenti lavori: “Il raggio d’ombra” (1988, II edizione), “L’arte della fuga” (1990, II edizione) e “La morte in banca” (1991, III edizione), fino alla seconda edizione della “Grande sera” (1995) ‘interamente rinnovata’.
Muore il 27 giugno 2003 a Milano.

Libri scritti da Giuseppe Pontiggia