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Kunsthistorisches Institut in Florenz
Accademia delle Arti del Disegno

Il Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno
Luigi Zangheri

è lieto di invitare la S.V.
all’inaugurazione della mostra

FLAVIA ARLOTTA
Donna e pittrice del Novecento

Venerdì 9 maggio 2014, ore 18.00
Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele 4, Firenze

La mostra resterà aperta a ingresso gratuito
fino al 6 settembre
il lunedì dalle 10 alle 17
e i giorni feriali su appuntamento
(tel. 055 219642)

Flavia Arlotta (Napoli, 9 maggio 1913-Firenze, 13 dicembre 2010), cresce felice in una magnifica villa affacciata sulla scogliera di Sorrento. Trasferitasi a Firenze alla fine del 1930 per studiare pittura, poco dopo il suo arrivo, esattamente giovedì 19 febbraio 1931, incontra Giovanni Colacicchi in Piazza San Marco: è il bivio della vita. All’Accademia di Belle Arti frequenta le lezioni di Felice Carena, ma i suoi maestri vanno riconosciuti in Giovanni Colacicchi e Onofrio Martinelli. La sua casa, gli oggetti di arredamento, il giardino, sono alla base di ogni sua indagine, e l’aiutano a costruire una “pittura della memoria”. La sua biografia fiorentina è indissolubile dalla bella dimora di via dell’Osservatorio, luogo incantato con vista su Firenze che, con i suoi campi circostanti, diventa il territorio privilegiato di nature morte e ritratti. La sua pittura è caratterizzata dalla semplicità e da quella sottile leggerezza aristocratica che era la cifra distintiva della sua persona. Flavia decide di sottrarsi al grande palcoscenico della pittura, preferendo esercitare la sua arte con costanza e pudica riservatezza, nel segno di una eleganza che mette in luce l’appartenenza a una famiglia cosmopolita: la sua arte rimarrà per l’intero secolo quasi del tutto nascosta. È attiva come donna e compagna di Giovanni, madre dei suoi figli, anima sempre vivacissima della casa, combattendo però in prima linea cruente battaglie civili in difesa del territorio e dell’ambiente. Un percorso, quello di Flavia Arlotta Colacicchi, il cui silenzioso colloquio artistico rappresenta una delle più significative esperienze artistiche del Novecento. È stata lei l’artefice di quella composizione famigliare che, da via dell’Osservatorio, ha riunito in settant’anni un intero mondo di artisti della irripetibile Firenze cosmopolita: in lei è totalmente vivo lo spirito del grande Giovanni, che le scriveva: «tu sei, io vedo, veramente cara agli Dei».

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