Ottobre 2008 Non è la carne sono i nervetti, 2008 cm 80x80
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Molto di quanto caratterizza l’opera di Luca Alinari, almeno in questa sua eccellente stagione creativa, deve essere ricondotto alla predilezione che egli ha sempre avuto per l’arte antica. Il Museo, prima ancora di rappresentare la sublime dimora, mèta di alcune sue frequentazioni ideali, è il simposio dove si celebra il confronto, titanico, tra i giganti della pittura. Così quel suo Autoritratto, acquisito nel 1999 dalla Galleria degli Uffizi, è diventato il tramite fisico con il quale oggi Alinari interloquisce da vicino con i maggiori protagonisti di questa aristocratica cerchia. È un idioma toscano, piuttosto che fiorentino, il suo, a giudicare da alcune inflessioni senesi che ci riconducono alla lingua di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, più chiara negli accenti rispetto a quella di Beato Angelico e Benozzo Gozzoli, Rosso Fiorentino e Pontormo, che pure riecheggia in varie espressioni tipiche della pronuncia di Alinari.
GIOVANNI FACCENDA
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Marzo 2009 Vittima della vittima, 2008 cm 80x80
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