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VINCITORE PREMIO ROMA 2008
sezione narrativa italiana

MASSIMO GRIFFO
Amaritudine


sezione narrativa straniera: Abraham B. Yehoshua, Fuoco amico (Einaudi)
sezione saggistica: Marcello Veneziani, Rovesciare il ’68 (Mondadori)
premio speciale per il giornalismo: Ferruccio de Bortoli
premio internazionale alla cultura: Irene Papas

Motivazione della giuria per il conferimento della vittoria ad Amaritudine di Massimo Griffo:
Massimo Griffo ha dimostrato una lunga fedeltà alla sua vocazione di scrittore e di intellettuale, dal giovanile Futuro anteriore sino a questo romanzo della maturità Amaritudine, che per il suo respiro complessivo si pone come un affresco narrativo della società italiana nel corso di cinquant’anni del nostro Novecento. Massimo Griffo affronta gli snodi e le figure fondamentali della recente storia italiana con spirito problematico, con la passione civile e letteraria di chi ha partecipato e testimonia in prima persona, con una vena memorialistica intrisa di dolente saggezza, che conferiscono alla sua pagina un valore di specchio dinanzi a un diffuso disagio contemporaneo”.

Sullo sfondo di cinquanta anni della nostra storia, dal 1944 al 1993, s’intrecciano vite di personaggi esemplari, nel bene e nel male, in parte d’invenzione e in parte tratti dalla realtà. Amaritudine, antico vocabolo che vuol dire amarezza, affanno, afflizione, richiama il disagio che gli italiani onesti, leali, volenterosi provano nel doversi mescolare a una società sempre più spregiudicata, volgare, ingannatrice, corrotta e senza ideali. L’autore non esprime giudizi, ma parla di “acrobati, giocolieri, pagliacci” e assegna all’ingenuo e sfortunato Gualtiero il ruolo della vittima, talvolta colpevole di non voluta complicità. Senza tuttavia perdere la speranza in un’Italia migliore e solidale nel bene in cui lo stesso titolo, nelle sue quattro lettere iniziali “amar” – come amore –, vorrebbe essere l’auspicio di chi scrive e per chi legge.

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